Da leggere con attenzione
Inviare i dati personali compilando il modulo Registrazione ai Ritiri
per dare l'adesione all'evento; in seguito sarete contattati. Le prenotazioni sono accettate solo dopo la compilazione del modulo e in seguito il versamento della caparra. Si possono riservare camere singole se la disponibilità lo permette. In certi casi, quando specificato, la camera singola può richiedere un supplemento. Per altre necessità telefonare al 3207222193. In seguito leggere La Tecnica di Vipassana.
Al momento dell'arrivo al corso sarà richiesto allo studente di pagare la differenza sulla retta e di compilare il modulo sulla privacy recante: informazioni di carattere generale, i riferimenti di una persona da contattare in caso di necessità urgenti, e la dichiarazione se uno/una ha sofferto, o soffre di patologie mentali e/o fisiche. Dopo l'invio del modulo, i nuovi studenti potrebbero essere contattati dall'insegnante per un breve colloquio telefonico e l'insegnante si riserverà di accettare o meno l'iscrizione.
Secondo la tradizione Theravada l'insegnamento è gratuito, ma l'insegnante prende accordi anticipati con le strutture che accolgono per garantire il buon fine di un ritiro e un adeguato numero di prenotati, che se non raggiunto potrebbe portare all'annullamento del ritiro. E' meglio quindi comunicare l'adesione in tempo e versare la caparra, almeno due settimane prima della data d'inizio. Vedere comunque le informazioni per ogni singolo evento sul calendario dei ritiri brevi e lunghi. Donazioni all'Insegnante sono benvenute.
Modalità alle quali attenersi per un ritiro di Meditazione Vipassana.
Lo studente dovrà presentarsi il giorno stesso dell'inizio del ritiro, l'orario è comunicato di volta in volta secondo il tipo di evento. Lo studente non potrà abbandonare il ritiro prima della fine, che è fissata dopo le ore 9:00 dell'ultimo giorno stabilito dal programma. Durante il ritiro non è consentito l'uso del telefono cellulare o altri dispositivi, salvo casi d'emergenza da concordare con l'insegnante.
Gli studenti sono invitati a portare con se quanto possa essere utile per la pratica seduta: abiti comodi, di pesantezza adeguata secondo la stagione (tute da ginnastica, pile, ecc.), una sveglia, cuscino da meditazione, tappetino o plaid da mettere sotto le gambe e scialle o sciarpone per coprirsi durante la pratica, in quanto non è consentito prendere cuscini, coperte o altri materiali dalle camere della struttura ospitante.
La foggia, il colore degli abiti si dovrebbero ispirare alla discrezione dal lavoro meditativo (evitare i colori sgargianti, se possibile le ciabatte infradito). E' sconsigliato indossare gioielli e fare uso di profumi. Nei dormitori è rispettata la suddivisione tra maschi e femmine. Anche nel refettorio sussiste tale suddivisione. A tutti gli studenti si consiglia vivamente e sempre di rispettare il
N o b i l e S i l e n z i o durante il periodo del ritiro, per sviluppare la consapevolezza mentale al livello richiesto, mantenendo al minimo le distrazioni.
Qui e Ora
La chiave del superamento della sofferenza e dell’ignoranza è racchiusa nella consapevolezza del momento presente. Molte vie di liberazione centrano i loro insegnamenti sul “Qui e Ora”. Rivediamolo ancora una volta ma questa volta con gli occhi del cuore ... La maggiore difficoltà consiste nel ricordarsi di essere consapevoli e di vivere il momento presente: per superarla bisogna essere sinceramente interessati a procedere, e non considerare la crescita interiore una moda o un capriccio o qualcosa da sfoggiare; ma d’altra parte se questa volontà diventa desiderio o avidità, ostacola e blocca.
Una volta che effettivamente siamo dentro il “Qui e Ora”, cerchiamo di coglierne gli aspetti più significativi: il reale è “ciò che è, così com’è” e non come vorremmo o ci piacerebbe o come pensiamo o immaginiamo che sia. Non possiamo che arrenderci alla realtà, cedere, rinunciare a ogni pretesa, ammettere la nostra impossibilità di far essere le cose o le sensazioni come piace o non piace a noi. Umilmente prendiamo le sensazioni che ci sono proposte: usciamo a piedi nudi dalla roccaforte del nostro ego e della nostra ignoranza e accettiamo che c’è qualche cosa che non è nostra e che non conosciamo, e con curiosità e rispetto semplicemente la osserviamo, lasciando che entri in noi e che sia lei a insegnarci e far succedere ciò che deve succedere. Finalmente ci asteniamo dall’interferire sul flusso degli avvenimenti, e ci uniamo e diventiamo quel fluire.
Tutto quello che serve e si può conoscere non è in luoghi misteriosi e lontani, in paesi esotici o stranieri, o dove risiedono famosi Maestri: è “Qui” dove siamo noi, è sempre e comunque dove ci troviamo, qualunque sia il luogo dove ci troviamo, ci segue senza tregua, è come se fosse DENTRO di noi. E non c’è nessun momento favorevole da attendere, non è necessario aspettare di sentirsi “bene”, di essere bravi, in forma o forti, o aspettare che succeda qualcosa di particolare: per la crescita interiore il momento adatto è proprio questo che stiamo vivendo “ORA” mentre leggiamo queste parole, è ogni momento che viviamo mentre lo viviamo.
“Ciò che è” è vero, è verità. Tutto ciò che avviene e si muove è punto di riferimento e indicazione per arrivare alla verità: la confusione non è fuori, ma è nei nostri occhi, nelle nostre menti, menti condizionate dall’avidità e dalle fissazioni, nell’ostinato aggrapparsi a ciò che desideriamo ottenere, raggiungere o diventare. La realtà non mente mai.
Nel “QUI e ORA” incontriamo la realtà con il flusso di energia che la pervade, e la Verità: tutto questo richiede una grande attenzione e una specie di apertura mentale ed emozionale per “farlo entrare” e diventare parte di noi. Siamo costretti a rinunciare a quello che riteniamo che sia “me stesso”, a tutti i preconcetti, le definizioni, le idee, i ricordi, le abitudini, che riguardano noi stessi, in pratica a tutto quello che crediamo di sapere o che abbiamo imparato su di noi. Questo rinunciare a tenere in piedi le strutture del nostro ego, lascia lo spazio perché il flusso della realtà-verità possa veramente far parte di noi, e con stupore, scopriremo che non siamo diventati vegetali amorfi, ma che una nuova forza agisce e si muove dentro e attraverso noi, scopriremo una nuova parte di noi stessi. Questa parte non può avere un nome e non si può definire; agisce in piena spontaneità; è coerentemente nient’altro che se stessa; non ha obiettivi da raggiungere, è come se non avesse bisogno di nulla, e quello che fa è fine a se stesso: siede per sedere, mangia per mangiare, lavora per lavorare … Tutto ciò di là dell’ego, di là del pensiero, lasciando crescere il nuovo, ciò che non è ancora stato appassito dal fuoco dei nostri desideri ...
(AA)
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