Duemilacinquecento anni fa
di John Coleman
Duemilacinquecento anni fa, il Buddha Gothama insegnò una tecnica che era efficace nello sradicamento della malattia. Questa tecnica è valida oggi così come lo era nei giorni del Buddha. Sfortunatamente, durante gli anni dell’insegnamento, diventò inquinata e/o corrotta da pregiudizi religiosi e altri, come quelli scientifici, naturali, culturali, razziali e sociali che la sminuirono a scapito della sua favorevole accoglienza come valida cura per la malattia umana. A causa di questi pregiudizi, oggi gli insegnamenti hanno un’accoglienza pubblica di tipo limitato nel significato di ottenere la salute. Noi crediamo che gli insegnamenti abbiano bisogno di essere presentati quanto più chiari possibile nel vernacolo e liberi quanto più possibile dai fattori che ne incoraggiano la reazione al pregiudizio.
Dopo avere vissuto nell’Est per quindici anni e dopo avere insegnato la meditazione buddista nell’Ovest per quindici anni, adesso io sento che è importante escogitare una presentazione dell’insegnamento più accettabile e più diretta nell’affrontare la condizione dell’uomo moderno.
Un esempio di cui sopra sarebbe l’uso di un equipaggiamento scientifico per accrescere il processo di apprendimento. In meditazione l’insegnante si sforza di sviluppare nello studente l’abilità di sostenere l’attenzione e il silenzio della mente, in simultanea. L’insegnante usa tale fase come un allerta passivo, silenziosa consapevolezza, attenzione distaccata. Molto spesso sono richiesti una considerevole quantità di tempo e sforzo prima che uno studente abbia un’idea, attraverso l’esperienza, di che cosa significhi tale astrattismo.
Con l’uso del bio feedback, è possibile mantenere ambedue gli emisferi del cervello in modo tale che avvenga la retroazione solo quando entrambi gli emisferi stanno funzionando in fase o sincronizzati a frequenze prescelte. Questo processo produce un’esperienza tramite un addestramento di poche ore che altrimenti potrebbe richiedere giorni, settimane o mesi di training. Una volta che lo stato di allerta passivo è sperimentato, può essere esentato l’uso del macchinario e l’applicazione di quello che si è imparato può essere messo in pratica nel momento giusto durante la giornata, per risolvere vari problemi effettivi, appena si presentano.
La soluzione dei tuoi problemi
di John Coleman
La soluzione a tutti i tuoi problemi, le risposte a tutte le tue domande, può essere trovata nel silenzio. Provando sensazioni, riconoscendo Annica.
La soluzione a tutti i vostri problemi e le risposte a tutte le vostre domande, possono essere trovate nel continuo e silenzioso sentire sensazioni, riconoscere Annica.
Bojjhanga
di John Coleman
Uno studio comparativo fra le condizioni e le circostanze che prevalsero immediatamente intorno al periodo che il Buddha stava realmente insegnando e l'attuale periodo storico (periodo Vimutti).
Il ruolo del Bojjhanga (i sette fattori d'illuminazione) sui quali il Buddha mise così tanta importanza. Come, l'applicazione del Bojjhanga nella pratica dei diretti discepoli del Buddha si compari con l'applicazione del Bojjhanga nella pratica contemporanea. L'importanza della Viriya (energia) insieme nello sviluppo personale del Buddha stesso e l'esempio, ispirazione e importanza che egli enfatizzò con i suoi diretti discepoli riguardo l'applicazione della Viriya.
L'importante significato del fattore Viriya (Iddhipada) nell'applicazione degli insegnamenti. La radice base per ottenere completamento o perfezione. Viriya: sforzo. Viriya - Iddhipada: una sorgente di rinnovata energia portata dalla perseveranza, risultante nell'ottenimento di un adempimento di successo verso un compito. Una sorgente di energia rinnovata prodotta dalla perseveranza e risultante nel completamento di un compito coronato dal successo nel raggiungimento di un (...)
Il disintossicante processo della meditazione Vipassana nel trattare con le condizioni ambientali dei tempi moderni e le impurità industriali. Venire a patti con lo stress essendo consapevole dello stress e della sua natura instabile, piuttosto che provare a controllare lo stress attraverso la farmacologia o altri metodi combattivi. Come, sperimentando la verità della sofferenza, essa risulti nella fine della sofferenza.
Agli amici cari, ai soci, compagni e ai compositi beneficiari di esempio, ispirazione, incoraggiamento e sostegno reciproco nel superare gli impedimenti alla pratica, realizzando l’armonia interiore.
How To Get Well
The time of sickness is the best time to contemplate the patient’s own physique. Unfortunately, most patients waste their time worrying about their condition, instead of reviewing it with correct understanding.
What the patient should do is calming his mind. In so doing, the mind will become quiet and stronger. As a result, reasoning will occur. Soon the patient will understand that illness is natural. Every being is ill, with one kind of disease or another. There is nothing wrong about people being sick. And there is no such thing as a completely healthy person.
The next thing the patient will come to understand is the fact that disease, like anything else, is impermanent. It comes into being only temporarily, then passes away. This is because it has an extremely fragile base. The germs, bacteria, viruses, which form a disease, any disease, are short-lived and dying rapidly: But they are immediately replaced by other germs, bacteria and viruses. The replacement is prompted by kamma or karma, the effect of one’s own deed. The replacement may continue or terminate, depending on the type and severity of one’s karma.
The patient, with his calm mind, will also understand that worrying about his illness is useless. If he keeps on worrying, wanting the disease to stop or go away, he unwittingly constitutes an action which will automatically result in equally strong reaction from the disease, the germs, the bacteria, the viruses. The more worried the patient is, the more powerful the disease.
The best way for the patient do deal with his illness is to understand its impermanent nature, recognise it as natural, and leave it alone, leaving treatment and cure to the doctor and the nurses. The patient should only keep knowing the impermanence or Anicca of his illness. In so doing, the patient produces NO action. Without action, there is no reaction from the disease. Treatment becomes easier for the doctor and the nurses. Hence a better, quicker chance of recovery.
Being confined to the hospital gives the patient an opportunity to maintain perfect precepts (morality). He has a chance to curb his sins, physically, verbally and mentally. The patient may not realise that he is acquiring a voluminous merit. The longer he remains in the hospital, the more merits he collects. It is advisable that the patient invites other beings, all beings, to share the merits. Extending METTA or loving kindness to others, the patient himself is rewarded with METTA.
The illness may give a temporary discomfort, but the patient who understand the true nature of the disease, and know how to leave it alone, always triumph.
You can be well soon too.
Khun Vasit, Bangkok
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