Un mese nella foresta
Quando ritornai a Bangkok decisi di cercare il venerabile Bikkhu Buddhadasa (Phumriang 27 maggio 1906 – Suan Mokkh, 25 maggio 1993) e presentargli il mio problema. Avevo sentito parlare molto di questo uomo insigne che era a capo della chiesa Buddista in Thailandia. Sembravano esserci due aspetti che esprimevano la sua vocazione: non solo egli era un eminente sacerdote Buddista Thailandese, membro altamente rispettato dell’istituzione ed esponente del Buddismo ortodosso, ma era anche uno strenuo difensore del “Buddismo puro” e faceva di tutto per insegnare i concetti originali non adulterati del pensiero Buddista a coloro che ricorrevano a lui come guida personale. Non sto affatto implicitamente criticando il Buddhadasa Bikkhu per il suo “duplice” modo di condurre la vita religiosa del suo gregge. I sermoni convenzionali che teneva erano basati sui bisogni e sulle credenze tradizionali della popolazione e non davano spazio a nient’altro. Quasi tutte le religioni del mondo oggi soffrono della stessa inibizione - il bisogno del pubblico di una versione popolare della religione originaria.
Sebbene avessi letto gli estratti pubblicati delle conferenze e dei sermoni del Buddhadasa Bikkhu sulla convenzionale dottrina Theravada e li avessi considerati delle esposizioni abbastanza comuni, sapevo che c’era di più sia nel Buddismo che in Buddhadasa Bikkhu. Perciò fu con molto ottimismo che mi organizzai per andarlo a trovare. Il Buddhadasa Bikkhu - Buddhadasa significa servo di Buddha e Bikkhu letteralmente significa mendicante ma è il titolo che si dà a un monaco - aveva fondato un monastero nella foresta nella Thailandia del Sud, vicino alla cittadina di Chaiya, nel distretto di Surat Thani, l’area in cui si ritiene che il Buddismo sia stato introdotto in Thailandia.
"La Mente Tranquilla" di John Earl Coleman - ed.italiana