U Ba Khin era un uomo basso, ben piantato, con la faccia rotonda, i capelli a spazzola, gli occhi brillanti e una mente incredibilmente acuta. La quantità di lavoro che i suoi incarichi governativi implicavano, avrebbe potuto a malapena essere affrontata da venti uomini competenti.
Non appena arrivava in ufficio al mattino iniziava il lavoro con incredibile vigore. Quando cominciava a sentirsi stanco assumeva la posizione del loto sopra una sedia appositamente progettata. Meditava per alcuni minuti per purificare la mente e il corpo dalle tossine accumulate e poi tornava immediatamente al lavoro. Era solito continuare in questo modo per tutta la giornata, mettendo in atto, almeno agli occhi di un osservatore non iniziato come me, alcune delle applicazioni pratiche della meditazione nella vita di tutti i giorni.
Pur essendo un uomo anziano - era sulla settantina quando lo incontrai -, era come una centrale elettrica, dormiva solo poche ore al giorno e divideva il suo tempo tra gli impegni di Governo e il lavoro al centro di meditazione. Ecco, pensai, era un uomo che rappresentava un chiaro esempio che gli insegnamenti del Buddismo avevano qualcosa di straordinario da offrire.
Il Centro di Meditazione si ergeva su una piccola collina nel cuore del distretto della Valle Dorata di Rangoon che un tempo era l'area residenziale degli ufficiali coloniali Britannici.
A prima vista sembrava una piccola pagoda dallo stupa dorato. Tuttavia, a differenza della maggior parte delle pagode Birmane, questa non era una struttura solida; la sua stanza centrale era un tempio circondato da otto stanze più piccole a forma di cuneo. Le piccole stanze separate servivano agli studenti che praticavano la meditazione. La stanza centrale era usata dall'insegnante che seguiva le attività degli studenti e li guidava quando ne avevano bisogno. Delle porte collegavano la stanza centrale alle stanze di meditazione così che l'insegnante e gli studenti erano in grado di comunicare facilmente.
Le stanze di meditazione avevano anche altre porte esterne usate dagli studenti per entrare ed uscire. Scoprii che un corso durava dieci giorni, sotto la direzione personale di un insegnante che adattava l'addestramento ai bisogni particolari e alle capacità individuali degli studenti a seconda che provenissero dall'Oriente o dall'Occidente.
All'inizio di ogni corso ogni partecipante prendeva un voto di fedeltà verso il Buddha e i suoi insegnamenti, proponendosi di obbedire completamente alle disposizioni dell'insegnante. Prometteva di astenersi dal rubare, dire bugie, indulgere nella fornicazione, prendere intossicanti o alcolici per il periodo in cui si trovava al centro di addestramento; doveva inoltre evitare di mangiare dopo mezzogiorno: semplici dormitori e pasti vegetariani venivano offerti gratuitamente.
Lasciai il Centro di meditazione di U Ba Khin molto colpito dalla sua saggezza. Era un uomo buono nel vero senso della parola. Un maestro che con gentilezza, tranquillità e umorismo, insegnava una fede che aveva i mezzi per risolvere alcuni dei problemi dell'umanità, ma prima di tutto un credo personale che, seguito devotamente e praticato assiduamente, poteva rendere i suoi adepti più forti contro le difficoltà della vita. Nel poco tempo che passai con lui, U Ba Khin si rivelò un semplice insegnante, profondo pensatore e amante della bellezza. Era un appassionato di orchidee e ne coltivava a migliaia nei giardini del Centro di Meditazione. Trovai che per lui bellezza, compassione, pace spirituale, verità, moralità, non erano semplici parole, né erano fine a se stesse. Erano uno stile di vita, una parte della sua stessa esistenza.