Momentum Vitae est meditatio


BENVENUTI, il mio progetto sul web nasce con l'intento di conservare e condividere

gli insegnamenti di Anapanasati e Vipassana al fine di affrancarsi dalla sofferenza esistenziale

sotto la guida di un insegnante autorizzato. Questo secondo la dottrina del Buddismo Theravada,

nella tradizione birmana di Sayagyi U Ba Khin, in memoria del suo allievo John Earl Coleman.

Tali insegnamenti sono preservati e perpetuati per il beneficio delle future generazioni,

per questo sono conservati con l’indicazione protettiva della perfezione, verità e devozione.

Tutte le nostre azioni sono dirette nello spirito del Damma.


WELCOME, my web project was born with the intention of preserving and sharing

the teachings of Anapanasati and Vipassana, in order to be free from existential suffering

under the guidance of a licensed teacher. This according to the doctrine of Theravada Buddhism,

in the Burmese tradition of Sayagyi U Ba Khin, in memory of his student John Earl Coleman.

Such teachings are preserved and perpetuated for the benefit of future generations,

for this reason they are preserved with the protective indication of perfection, truth and devotion.

All our actions are directed in the spirit of the Dhamma.


Vipassana memoirs

Relazioni umane
di John Coleman

L’attitudine verso la vita di un Buddista, che fa una promessa per ottenere il Nibbana durante questa vita, è diversa da quella di uno che si trova nel processo di accumulazione delle virtù allo scopo d’assolvere il suo voto per diventare un Buddha o servire un Buddha giunto.

Una persona che sta facendo una promessa per liberarsi durante questa vita (raggiungendo Nibbana) non dovrebbe lui stesso danneggiare nessuno e dovrebbe evitare di incoraggiare gli altri a danneggiare chiunque.

Una persona che è nel processo di accumulazione delle Paramis (perfezioni o virtù) dovrebbe provare in tutti i modi possibili di evitare il danneggiare gli altri, ma quando l’occasione lo richiede, egli è preparato a soffrire lui stesso le conseguenze allo scopo di salvare quelli che dipendono da lui, o per il bene dell’umanità.

Pasenadi, il Re di Kosala, era sempre devoto al Buddha ed era nel processo di accumulazione delle virtù allo scopo di diventare un Buddha lui stesso. Una volta Pasenadi condusse le sue armate in battaglia contro un nemico, con lo scopo di salvare il suo paese da maltrattamenti e torture. Quando il Re raccontò al Buddha del suo exploit, il Buddha sorrise e gli disse “Ti sei fatto più nemici di quelli che avevi prima dell’accaduto”. Pasenadi accettò gentilmente le consequenze delle sue azioni, o legge di causa ed effetto, allo scopo di salvare i suoi sudditi.

Non fu assunta una semplice ritualistica concezione di giusto e sbagliato da Pasenadi e sebbene le sue azioni furono molto improprie esse furono propriamente eseguite per raggiungere le necessità delle circostanze. Pasenadi salvò la sua gente ma dovette soffrire le conseguenze dei suoi misfatti.

Sayagyi U Ba Khin era una persona di questo tipo, che si trovava nel processo di accumulare virtù e ad un tempo fu incapace di evitare di commettere un’offesa, per la quale fu preparato lui stesso a soffrire per l’interesse dei suoi studenti o per il bene dell’umanità. Egli sapeva come l’amore profondo, consolidato con il potere della verità, poteva fare qualcosa di tangibile nel dominio delle relazioni umane.

Sayagyi diceva sempre: “Immaginare che ‘bene’ può essere fatto, significa che ‘male’ è un’illusione, un incubo”.

Che tutti gli esseri siano in pace e felici

MEDITAZIONE BUDDISTA in PRATICA  

Dichiarazione del Sig. J.Van Amersfoort, Presidente dell’Associazione Buddista dei Paesi Bassi - 
38, Adelheidstraat, The Hague, Holland  

Esperienza di uno stato di purezza delle Mente (Samadhi) e di Vipassana sotto la guida e con l’aiuto del mio Maestro Sithu U Ba Khin, Ragioniere Generale della Birmania

Essendo Buddista da circa diciotto anni, essendo stato membro del Sangha (Monaci Buddisti) durante un anno in Mongolia e in Tibet, dove ho praticato molte meditazioni (la cosidetta Magia Bianca), io devo e desidero affermare, con tutto il mio cuore, che riguardo la meditazione non ho mai sperimentato o nemmeno udito come viene fatto sotto la direzione del Maestro Sithu U Ba Khin. Andai a Rangoon in viaggio di affari per soli sette giorni, ma con l’aiuto di questo Maestro riuscii a raggiungere il Samadhi e Vipassana in questo breve tempo, cosa che io stesso (e nessun altro) non avrei creduto possibile.

Dopo solo due lezioni preliminari di meditazione di mezz’ora ciascuna, vidi chiaramente la luce dentro di me: ciò significa che la Mente diventa potente e luminosa, liberata dai turbamenti, pura e serena. La tecnica è piuttosto semplice, concentrazione sul respiro che porta alla concentrazione su un solo punto; ma il Maestro può darvi migliori informazioni al riguardo. Dopo avere sviluppato un po’ la meditazione sabato sera (era il 20 dicembre 1952), alle 10 del mattino della domenica (21 dicembre 1952) si cominciò con la Vipassana. Io mi concentrai sul bruciore nel mio corpo - in altre parole mi concentrai su Dukkha (Sofferenza) – percepii l’ardere all’interno di me finché mi sentii quasi bruciare come vapore sulla superficie dell’acqua. Poi dovetti concentrare il calore totale, sofferenza totale, sulla parte centrale del corpo finché la sofferenza divenne quasi insopportabile. All’ultimo momento quando mi sentivo quasi morire, fu come se il mio cuore mi venisse tirato fuori dal corpo e allo stesso momento - volendo fortemente essere liberato da Dukkha – con un improvviso ma piccolo bagliore di luce, io ne fui fuori e sentii una frescura ristoratrice e un piacere che le parole non possono descrivere. E’ una liberazione e un rifugio da tutte le afflizioni quotidiane, troppo grande per essere capita quando non è sperimentata. E la grande gioia è che ognuno può ottenere questo stato; purché abbia una mente pura almeno per il tempo della concentrazione, abbia le rette intenzioni, attenzione e concentrazione, e in ogni caso cerchi di vivere più puro possibile.  

E’ anche necessario che (lo studente) non nutra alcun tipo di paura e abbia una fede completa nel suo Maestro. Spero con tutto il mio cuore che nel prossimo futuro il Maestro U Ba Khin abbia molti seguaci e discepoli che possano essere aiutati da lui quanto lo sono stato io.

(Firmato) J.V.Amersfoort
Rangoon, 22 dicembre 1952.  

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Note esplicative di Sithu U Ba Khin Sulla dichiarazione del Sig. J. Van Amersfoort Datata 22. 12. 1952

Il Signor Amersfoort ed io avemmo una discussione preliminare riguardo il metodo da seguire per la meditazione buddista pratica ed egli concorda con me che il migliore corso verso la progressiva realizzazione della Verità è quello di seguire rigorosamente e diligentemente i tre passi indiscutibili di Sila, Samadhi e Panna dell’Ottuplice Nobile Sentiero indicato dal Buddha nel Dhamma Cakka Pavattana Sutta.  

Passo 1 _ Elevare lo standard di Moralità al minimo stabilito (Sila);

Passo 2 _ Sviluppare il potere della concentrazione verso la concentrazione della Mente su un solo punto (Samadhi)

Passo 3 _ Raggiungere la visione profonda nelle realtà ultime della natura all’interno del nostro proprio sé (Panna).

Non ho alcuna ragione di dubitare le qualità morali del signor Amersfoort che mi ha colpito moltissimo già al primo incontro. Di conseguenza lo misi immediatamente in un corso di Anapana Sati. Egli fece molto bene nel corso iniziale. E in sole poche ore di duro lavoro fu capace di sviluppare il suo potere di concentrazione portandola in profondità a un solo punto (Samadhi). Così quando ebbi bisogno di fargli cambiare il corso di addestramento e introdurlo alla Vipassana, egli fu in grado di mantenere la Luce (Pati bhaga- Nimitta) davanti l’occhio della sua Mente per un tempo piuttosto lungo e aveva cominciato a giocare con essa. Direi che è un uomo di non piccole Parami (Virtù).

Noi sappiamo dalla scienza che tutto quello che esiste nell’universo è composto di elettroni, tutti in uno stato di perpetuo cambiamento o flusso. Il Karaja Kaya – il corpo grossolano – di noi stessi non può pertanto essere una eccezione alla regola. Il signor Amersfoort questo lo sa. Egli sa anche ciò che sono Nama, Rupa e le Kalapa, , come pure la loro composizione, le loro caratteristiche e tendenze. Con la potente lente di Samadhi che ha sviluppato, egli doveva ora essere pronto per lo studio introspettivo e analitico della vera natura di Rupa e Nama.

Proprio al momento giusto, subito dopo le 10 di domenica 21 dicembre 1952, il signor Amersfoort fu invitato a focalizzare tutta la sua attenzione dentro se stesso, punto dopo punto, per esaminare e sentire il processo di cambiamento – la radiazione, la vibrazione e la frizione causate dal movimento vorticoso di un numero infinito di Kalapa (unità elettroniche). Il corpo umano, per così dire, è una somma totale di innumerevoli milioni di milioni di kalapa, ognuna che si decompone simultaneamente mentre sorge. Una Kalapa è simile a una scintilla visibile ma è infinitamente più piccola di essa. In realtà il corpo umano non è nient’altro che energia atomica, condizionata dalle forze delle proprie azioni, parole e pensieri. Grazie a tutti i Deva che ci hanno guidato nel nostro lavoro, il signor Amersfoort colse il filo del discorso quasi istantaneamente e in pochi minuti iniziò ad avvertire una sensazione profonda della radiazione, poi della vibrazione e poi di nuovo della frizione delle unità elettroniche all’interno che si diffondevano come un fuoco selvaggio in tutte le parti del corpo nel corso di solo mezz’ora. Egli fu incoraggiato a non rilassarsi, ma a continuare a sentire con maggiore intensità e a continuare a conoscere con un senso più chiaro della percezione. Egli venne anche a conoscere che, pure la sensazione (Vedana), la percezione (Sanna), le energie della Volizione (Sankhara) e la coscienza (Vinnana) – i quattro Namakkhandha – sono in un flusso continuo, passano via e muoiono assieme a Rupa. Gli fu poi consigliato di fare un’indagine analitica dell’intero essere sia rispetto a Nama che a Rupa nei termini delle dottrine di Anicca (Impermanenza), Dukkha (Sofferenza) e Anatta (Assenza di Egocentrismo). Per evitare che nutrisse qualsiasi dubbio riguardo a ciò che stava succedendo, gli fu chiesto di esaminare la temperatura del suo stesso corpo e di altri vicini che erano proprio normali. Il fatto è che man mano che procedeva con la meditazione egli aveva una visione sempre più telescopica delle Realtà Ultime (Paramattha Dhatu). Nel frattempo gli veniva spiegato come il fattore predominante di tejo (radiazione) in una kalapa è responsabile della sensazione di bruciore, come la sostituzione incessante delle kalapa che si consumano per un continuo influsso delle proprietà del cibo (nutrienti) crea vibrazione, come il frantumarsi e la sostituzione di queste kalapa (unità elettroniche), individualmente e collettivamente, causano la frizione e come una visione telescopica della vera natura di queste cose può essere ottenuta da uno che possiede la potente lente di Samadhi.

Samadhim bhikkhave bhavetha,

SamahitoYathabhutam pa jana ti.

O Monaci! Sviluppate il potere Della concentrazione.
Colui che ha il potere della concentrazione
Può vedere le cose nel loro vero stato.

Proprio prima di mezzogiorno, il signor Amersfoort sentiva intensamente il calore della radiazione. Non solo ciò, egli vedeva anche scintille di luce che si irradiavano da tutto il corpo.

“Sì, Signor Amersfoort, è proprio convinto ora che il corpo umano è composto da elettroni , tutti che cambiano velocemente senza mai giungere a una fine, e che non c’è in esso una tale cosa come la sostanzialità?”

“Sono proprio convinto di ciò.” Fu la risposta.

“In tal caso,” io dissi, “Fissi la sua attenzione su queste scintille di luce e pensi che anch’esse sono impermanenti e soggette alla legge di Anicca.

” Lui fece come gli dissi e quelle scintille di luce furono soppresse ed eliminate. Più tardi spiegai che quelle erano “Obasa”, una delle dieci Upakkilesa (Impurità) e che se avessimo permesso che rimanessero più a lungo , si sarebbe insinuata piti e il corso della meditazione sarebbe stato deviato.

Si allontanò solo per una interruzione di circa mezz’ora per il pranzo nella sala adiacente alla Sala di Meditazione, e poi il signor Amersfoort era di nuovo presente al corso; perché egli era già preso dalla meditazione e sapeva che “la continuità della pratica è il segreto del successo”. Man mano che procedeva con la meditazione, non poteva pensare a nient’altro che a Dukkha in tutte le sue varietà. A volte sembrava che stesse lottando, con le parole “Dukkha, Dukkha” o “Sofferenza, Sofferenza” a bassa voce. Dopo una spiegazione elaborata di ciò che stava sperimentando riferendomi agli insegnamenti del Buddha, dissi:

“E’ la realizzazione della Verità della Sofferenza attraverso la reale esperienza – il reale e non l’immaginario – che vi porterà all’Estinzione della Sofferenza (Dukkha-Nirodha).

“L’attaccamento al Sé è stato così forte che non lo abbandonerete se non quando la “Sofferenza Interiore” che sentite non sarà più forte di esso.

“Se vi liberate da Dukkha, vi liberate anche da Nama e Rupa. Se vi liberate da Nama e Rupa, vi libererete sicuramente dal Samsara.

“La sofferenza nasce da Kilesa, l’origine di Dukkha. Kilesa è proprio come il fuoco. Brucia. Ci sarà fuoco all’interno fin tanto che ci sarà il combustibile di Kilesa da bruciare. Bruciatelo tutto con una meditazione contemplativa di Anicca, Dukkha e Anatta, senza rilassarsi, e sicuramente arriverete alla fine di Kilesa.

“E’ realmente una impresa di resistenza. Sopportatela finché non siete veramente convinti di questa Verità della Sofferenza e non avrete veramente timore, disgusto e ripugnanza per Nama e Rupa, che sono identificate con Dukkha.

“Pensate, allora, a Dukkha-Nirodha, la fine della Sofferenza. Desideratela. Semplicemente rivolgete ad essa il vostro pensiero. Badate bene, la liberazione è dal centro.” (Queste furono le mie istruzioni. Può darsi che le parole usate non siano state le stese, ma il senso è quello).

Erano già le 4 del pomeriggio. Alcuni dei miei discepoli si erano già tirati su per la meditazione. A quell’ora il signor Amersfoort era ancora in una posizione distesa. Gli consigliai di sedersi con le gambe incrociate in un angolo della stanza e lo incoraggiai ad andare avanti, sempre consapevole di Dukkha e desideroso di liberarsene.

Tutto era tranquillo nella sala di meditazione. Il silenzio fu comunque interrotto dal signor Amersfoort alla 4 e 16 minuti.

Egli mi fece capire che improvvisamente provò sollievo dal calore bruciante per effetto di una corrente di freschezza che fu molto rigenerante. Si sentì come se fosse rinato.

Io ero veramente contento, pronunciai “Sadhu” tre volte e mi congratulai con lui per il successo. Dopo un intervallo di circa cinque minuti, dissi: “Bene, Signor Amersfoort, venga avanti. Facciamo un'altra prova”.

Egli venne avanti e si sedette proprio di fronte a me. Con istruzioni adatte per l’occasione, gli chiesi di mettersi nuovamente in raccoglimento e di entrare in uno stato di realizzazione (Phala) con il voto di alzarsi giusto 5 minuti dopo. Egli fece così senza difficoltà. Non ci fu il fuoco bruciante che aveva sperimentato durante il giorno. Solo una radiazione per ricordargli la natura delle cose all’interno, cioè Anicca, Dukkha e Anatta. 

Io non ero ancora soddisfatto. Volevo essere doppiamente sicuro. Così lo feci entrare in quello Stato di nuovo per altri 15 minuti. Sono contento di dire che egli superò questa prova con altrettanto successo.

Avevamo raggiunto il nostro obiettivo. Il signor Amersfoort era veramente compiaciuto e riconoscente. Aveva ancora molto lavoro da fare a Rangoon. Pertanto io non dovevo più trattenerlo. Doveva riposare per il resto della giornata. Pertanto lo rimandai al suo albergo con le indicazioni di vedermi il giorno dopo alle 6 del pomeriggio.

Quando ci incontrammo di nuovo il giorno dopo, facemmo una discussione tranquilla su certi spetti del Dhamma come pure su cose personali. Come da me desiderato, egli si unì ad altri miei discepoli in meditazione ed entrò in uno stato di “Pace Nibbanica Interiore” per 15 minuti. Si alzò giusto in tempo.

Secondo me, il signor Amersfoort ha raggiunto i requisiti dell’Ottuplice Nobile Sentiero.

Sila: Durante il corso di addestramento, in nessuna occasione egli infranse le tre richieste fondamentali di Sila,ossia Samma Vaca, Samma Kammanta e Samma Ajiva.

Samadhi: Per mezzo di Samma Vayama e Samma Sati, egli ha acquisito “Upacara Samadhi” (Concentrazione di Vicinanza). Egli fu in grado di mantenere Patibhaga Nimitta per un certo lasso di tempo.

Panna: Per mezzo di Samma Sankappa, egli ha compreso la vera natura delle cose e ha realizzato la Verità.

Nel Buddismo pratico ciò che realmente conta e la realizzazione della Verità. Qualsiasi possa essere il metodo Kamathana adottato deve essere nell’ordine di Sila, Samadhi, Panna dell’Ottuplice Nobile Sentiero. Andate passo dopo passo lungo questo sentiero e sarete ancora nei confini di qualsiasi sistema Kamathana, perché la reale caratteristica essenziale nella meditazione buddista è quella di arrivare alla originazione e dissoluzione di Mente e Materia nel proprio corpo. Per esempio, il corso seguito dal signor Amersfoort è in conformità con i requisiti fondamentali di Anapana Sati Sutta o della sezione di Anapana del Mahasatipathana Sutta. E’ anche conforme col trattato nel Parajikan Athakatha per la realizzazione della Verità per mezzo dell’analisi delle “Kalapa” nel corpo con la lente di Samadhi ottenuta attraverso Anapana Sati. Vediamo ora come si adatta con i sette stadi di Purezza (Visuddhi) nel Visuddhi Magga (Il Sentiero della Purezza). 

1. Sila Visuddhi (Purezza di Moralità): Si può dire che il signor Amersfoort si attiene ad essa durante il corso di meditazione 

2. Citta Visuddhi (Purezza della Mente): Ha sviluppato la capacità di concentrarsi fino alla concentrazione di un punto (Citta-Ekaggata). 

3. Ditthi Visuddhi (Purezza di Comprensione): C’è ogni evidenza, dal corso di meditazione, che egli ha conosciuto per esperienza la vera natura di Nama e Rupa. 

4. Kankha Vitarrana Visuddhi (Purezza della fuga dal dubbio): Realizzando che Nama e Rupa sono in uno stato di cambiamento perpetuo egli si è liberato da tutti i dubbi riguardanti l’entità del Sé del passato, del presente o del futuro. 

5. Maggamaggananadassana Visuddhi (Purezza della conoscenza riguardo quale sia il Sentiero giusto o sbagliato): Quando appaiono le contaminazioni, egli è capace di superarle, cioè riesce a distinguere tra il Sentiero giusto e quello sbagliato. 

6. Patipadananadassana Visuddhi (Purezza della conoscenza del corso giusto). Egli non ha alcun dubbio, per quello che è riuscito a fare, riguardo la prospettiva di raggiungere lo scopo, e (sa) che è ora solo una questione di tempo. 

7. NanadassanaVisuddhi (Pureza dell’Occhio e della Saggezza): Egli sa da sé quale cambiamento è avvenuto quando è passato attraverso la corrente di Sotapana. 

8. Ketam Samapajjanti Ariya pana sabbe pi Samapajjpanti. Chi può entrare negli stati della Pace Interiore? Tutti gli Ariya vanno negli stati della Pace Interiore (Nibbanica). 

(Visuddhi Magga) 

Perciò il reale sul fatto se uno è diventato Ariya sta nella sua abilità di entrare nello stato di fruizione (Phala) a sua volontà. Mentre è in quello stato , egli è ignaro di qualsiasi sensazione attraverso i cinque organi di senso. Allo stesso tempo, la postura del suo corpo (Iriyapatha) diventa salda e tesa come quando uno entra in uno stato di trance Jhanica. Solo un insegnante esperto sarà capace di distinguere tra i due (stati) in modo tale da non lasciare alcun dubbio al discepolo. Il Signor Amersfoort ha ottenuto questi risultati. Lo chiameremo un Ariya?  

(Firmato ) Ba Khin
12.1.1953

da Buddismo Laico 2013

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