”E’ proprio in questo corpo, di appena due braccia di lunghezza, con le sue percezioni e la sua mente, che vi faccio conoscere il mondo,
il sorgere del mondo, l’estinzione del mondo ed il sentiero che conduce all’estinzione del mondo.” Samyutta Nikaya
Gli studenti che cominciano un corso di meditazione imparano nei primi tre giorni a mantenere la mente stabile e concentrata tramite l'osservazione del respiro (Anapanasati). Nei rimanenti sette giorni viene insegnato loro come penetrare l'intera struttura psichica e fisica dell'essere, così che tramite l'esperienza personale essi cominciano a sviluppare una compassione sempre più profonda di loro stessi e degli altri (Vipassana). Scopo di questo sito é accompagnare e informare tutti coloro che vogliono praticare/provare la meditazione Vipassana,
in un ambiente strutturato specificatamente a tale scopo, in grado quindi di favorire la sempre più profonda comprensione della tecnica.
VIPASSANA: vedere in modo speciale
Vipassana è una tecnica semplice che ci permette di affrontare, di entrare nella natura sempre mutevole della vita.
Ci permette di fare così con distacco e senza reazione. Impariamo ad accettare tutte le sensazioni, grossolane o sottili, piacevoli o spiacevoli, senza giudicare, senza condannare, senza lodare, senza conflitti, rendendoci conto che tutte loro se ne andranno.
VIPASSANA non é un mezzo per fuggire od isolarsi dai problemi, entrando in un qualsiasi stato di estasi e poi fermarsi lì. Sebbene stati di benedizione possano ben presentarsi, essi dovrebbero essere considerati solamente come passeggeri o come sonno che esiste per recuperare e non per fuggire.
L’IMPORTANZA DELL’EQUILIBRIO
Non usiamo male la tecnica come mezzo per costruire un muro protettivo od una barriera di isolamento che ci imprigiona.
SIMILMENTE
Non usiamo male la tecnica come mezzo di fuga o di abbandono. La tecnica, usata propriamente, permette:
DI COINVOLGERSI - senza attaccamento
DI AFFRONTARE - senza conflitto
Con un equilibrio appropriato, noi diventiamo silenziosamente coscienti di un flusso libero di energia che siamo venuti a conoscere come Anicca.
CHE TUTTI GLI ESSERI LIBERINO SE STESSI DAI LORO CONDIZIONAMENTI AUTOCREATI
John Coleman - Lettere agli studenti IMC Italia
La pratica del sedente
Solo quelli tra i discepoli del Buddha con la più forte determinazione praticarono la ‘pratica del sedente’, cioè non si sdraiarono per un completo periodo di 24 ore in un giorno. Se uno inizia la pratica del sedente e sviluppa una forte determinazione a non addormentarsi, la pigrizia non può sopraffarlo.
Quando vi sentite sonnolenti, fate uno sforzo per raggiungere il posto dove non c’è sonnolenza e allora non avrete più bisogno di dormire. Alzatevi e camminate su e giù. Mantenete l’attenzione sul punto dove l’aria tocca quando voi inspirate ed espirate. Se voi lo tenete fisso in questo punto con pieno sforzo, nello stesso momento troverete il posto del non respiro. Non c’è “Non lo troverò” … c’è solo un “Non ci sono ancora arrivato”. Voi lo troverete.
La pigrizia arriverà e la vostra concentrazione diventerà fragile. Questo è perché vi trovate all’inizio; più tardi s’incrementerà.
E allora sovreste guardare questa pigrizia come un amico, non un nemico, e inizierete a farne uso. Sebbene essa arriverà non diventerete più pigri. Quando ci sentiamo sonnolenti, diciamo “Questo è buono. Adesso voglio trovare velocemente il posto dove uno non si sente sonnolento. Allora ci sarà un termine alla sonnolenza”. Lavorate, fissando fermamente la vostra attenzione sul punto e quando le vostre gambe fanno male, sappiate: “L’unico modo per uscire da questo è arrivare in un posto dove non c’è sofferenza.” Se il dolore diventa molto intenso poi è troppo difficile? Non è difficile. Non preoccupatevi per tutto questo. Semplicemente mantenete la vostra attenzione sul punto. Ritornate al punto. Non permettetegli di andar via. Se andrà via, voi non arriverete mai nel posto dove non esistono pigrizia o dolore.