The only way
by John Coleman
The only way out of suffering is through the sustained, attentive and silent experience of the sensations as they happen and manifest themselves from moment to moment, without any attempt to change the sensations. We realize from our own experience that all sensations are unstable (Annica: impermanence). They are, in fact, incapable of providing satisfaction (Dukkha: dissatisfaction - suffering).
We understand from our experiences that any attempt to change sensations through attachment or aversion is in fact a process of conflict and is the original and sustained cause of suffering.
By realizing through our experiences the cause of suffering (attachment, aversion) we refrain from changing the sensations and remain with the sensations as they are. Silently remaining with the sensations as they are, we begin to perceive movement or change in the sensations (Annica). This experienced change in sensations matures into dissolution and exhaustion of congested energy associated with the sensations and the end of suffering.
We realize, through our experiences, that Annica (change) is the reason why sensations are Dukkha (dissatisfaction) and that through the detached experience of Annica suffering dissolves and fades away into Emptiness. Annica can be our curse or blessing. What will become of you? ...
Il Potere di Annicadi John ColemanUna volta che il potere di Annica è stato stabilito con la pratica della meditazione Anapana e Vipassana,
il processo di consunzione dei sankhara accumulati diventerà accelerato. In questo modo - e non diventando scoraggiati e depressi riguardo la consapevolezza di questa sofferenza accumulata che manifesta sé stessa per mezzo della silenziosa consapevolezza - facciamo occasionalmente una nota mentale oggettiva di riconoscimento … dolore, dolore, scomodità. Scomodità, Annica, Annica – non importa (non io sento dolore). Se c’è depressione, ritornare alla sofferenza con coraggio, diligenza, sopportazione e perseveranza, combinando questa esperienza di sofferenza con la simultanea esperienza di Annica e Dukkha insieme; si avrà un’accelerazione della rottura e della dissoluzione dei Sankhara (sofferenza).
Appena l’esperienza di Annica è stata stabilizzata, tutto quello che uno deve fare è sedersi immobile e permettere ad Annica di fare le sue cose, senza interferire.
Quando sorgono le distrazioni sarà necessario ritornare alla pratica fino a che l’esperienza di Annica sia ristabilita. Uno riflette sulla insoddisfazione della vita nel modo seguente: nessun ottenimento è eterno, tutte le grandezze e i successi finiscono - presto o tardi - in rovina. Tutti i piaceri finiscono in dolore. Tutta la giovinezza finirà in vecchiaia, tutta la salute in malattia, tutta la vita nella morte. Tutti i concetti alla fine falliranno. Tutte le formazioni sono destinate alla morte, decadimento e decomposizione, nutrendo ancora una volta il riciclo della miseria.
Lavorate per la vostra salvezza con diligenza!
Arriva una realizzazione quando diventa ovvio che tutta la vita, tutta l’esistenza è urto (Dukkha). La comprensione della Prima Nobile Verità della sofferenza è conosciuta. Il disincanto verso questa vita piena di scontentezza accade senza depressione, andando oltre il pessimismo e una forte urgenza di uscire fuori da questa sofferenza che sorge. Arriva una realizzazione che la causa di tutta questa sofferenza fonda la sua radice nell’ignoranza e nelle conseguenze dell’ignoranza: attaccamento e avversione. Diventa chiara la risultante illusione del Sé con le sue varie manifestazioni come la coscienza del corpo, i pensieri, i sentimenti, le sensazioni. Le esperienze sono sofferenza e cadono tutte a pezzi.
La comprensione della
Seconda Nobile Verità
– la causa della sofferenza – inizia a maturare.
Nasce un forte desiderio di liberazione.
Accade in gran parte durante questo periodo.
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